Mi rendo conto che la scelta di questo tema per iniziare il mio blog fotografico non sia esattamente tra le più felici: avrei potuto parlare delle macchine fotografiche che uso, dei settings di Photoshop che utilizzo maggiormente, ma la verità è che per presentarmi mi serve un post di questo tipo.
Cosa è davvero necessario avere per scattare una foto
Che cosa vuol dire che per fotografare non bastano gli occhi?
Quando ho iniziato a studiare fotografia a scuola, avevo tutta una concezione mia personale su cosa volesse dire fare fotografia: ovviamente si trattava di un magma di attributi ed idee molto personali (e molto infantili) che avevano bisogno di esser vagliate con il fuoco del grande incontro che mi attendeva dietro l’angolo, ovvero la fotografia commerciale.
Misurandomi con i miei colleghi di allora ho capito che a meno che non avessi voluto continuare a fotografarmi i piedi o i gattini del quartiere, avrei dovuto fare i conti con il concetto di fare fotografia per qualcuno attraverso un contatto professionale e commerciale. E cioè, di base, cambiare completamente approccio.
Di fronte al mio soggetto commissionante, il mio sguardo non poteva più essere solamente mio, ovvero teso a rappresentare lui stesso in relazione a me, bensì doveva essere davvero altro da me attraverso me.
Cosa è cambiato nel mio sguardo quando sono dietro l’obiettivo?
Difficile da spiegare… Oggi quando devo fotografare un cliente e devo quindi seguire un obiettivo che non è rappresentare quello che io ho deciso ma quello che lui ha deciso di far venire fuori attraverso la foto, non posso più usare solo gli occhi.
Gli occhi sono la porta del mio mondo interiore, da lì escono le mie mani per prendere e portare a casa quello che amo: quando faccio foto per me, sono i miei occhi a decidere cosa mettere a fuoco, cosa scartare.
Quando sono davanti al mio cliente, non sono più i miei occhi a dirigere, ma è piuttosto quello che io definisco il cuore a prendere il sopravvento. Non il cuore nel senso del sentimento, chè il sentimentalismo davvero non occorre, il cuore nel senso di mente pensante che sente insieme all’altro e comunica, mette insieme.
Ascoltare l’altro e guardarlo con cuore aperto è la strada privilegiata per arrivare alla matrice, per portare alla luce l’essenza di una persona.
Serve questa consapevolezza, questa scelta di cambiare pilota, per far emergere il potenziale comunicativo di una persona. Occorre strizzare gli occhi e guardare più vicino per trovare la porta. Quando davvero succede, allora posso dirmi soddisfatta del mio lavoro. Sempre.
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